Curiosità

Gli errori di “300”

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Probabilmente tutti voi conoscete il film, di produzione statunitense, “300”. Nelle sue due ore circa, compreso il famoso “Questa è Sparta!”, 300 racconta la più che celebre battaglia delle Termopili.

In tale scontro, o almeno questa è la pretesa scatenante, 300 spartani decisero di restare a combattere contro la gigantesca armata persiana, consci della loro morte certa, pur di rallentarli e dar tempo ai greci di prepararsi alla battaglia finale.

Era il 480 a.C. e un’armata persiana, probabilmente di 100.000 soldati circa (Erodoto esagera arrivando a 2 milioni) stava invadendo la Grecia.

Già 10 anni prima i persiani avevano provato ad occupare la regione subendo però la famosa disfatta di Maratona, in cui Milziade sconfisse completamente l’armata persiana.

L’Imperatore di Persia, Serse, figlio dell’imperatore che tentò la prima invasione, decise quindi di vendicarsi sui greci, ed organizzò una seconda campagna. Fu così che la sua armata e diverse truppe greche si incontrarono allo stretto delle Termopili.

A questo punto della guerra però i greci avevano bisogno di guadagnare tempo per organizzare una flotta per sconfiggere i persiani in uno scontro navale, in modo da “intrappolare” la grande armata in Europa, rendendo così difficili anche i rifornimenti di cibo.

E quale luogo migliore dell’angusto stretto delle Termopoli, dove pochi uomini possono fermare un’armata intera, per guadagnare tempo?

Qui 300 e non solo soldati restarono. Perché è sì vero che restarono 300 guerrieri spartani, ma c’erano anche altre migliaia di soldati provenienti dalla restante parte della Grecia. Questa però non è l’unica imprecisione.

Ciò che più c’è di sbagliato in 300 è l’eroicizzazione degli spartani, e il modo in cui questa viene portata avanti.

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Lo scontro delle Termopili

Se qualcuno rappresentava la libertà alle Termopoli, quel qualcuno erano i persiani. Il film presenta invece gli spartani come strenui difensori della democrazia e della libertà.

Nell’impero persiano però, uno dei più grandi imperi della storia, la schiavitù era già stata in larga parte abolita.

Al contrario la società spartana era divisa in caste, e la gran parte della popolazione era schiavizzata. L’élite della società, gli spartani che andarono alle Termopili, erano invece obbligati a dedicarsi completamente alla guerra, combattendo e morendo; si trattava sostanzialmente di un’intera classe di persone completamente dedita all’addestramento militare fin dall’infanzia.

Anche l’esercito persiano era fatto da soldati, ma di professione; uomini liberi pagati con i contributi delle tasse. Cosa che suona incredibilmente moderna; in effetti l’esercito persiano sembra molto più “occidentale” (sempre per i tempi, ovviamente) di Sparta.

L’impero persiano era inoltre multiculturale, e non si era forzati ad alcuna religione. Tutto ciò rispetto ai loro predecessori, come gli assiri, che mantenevano il potere scuoiando e impalando. Nell’Impero Persiano chiunque pagasse le tasse, e fosse fedele, era da considerarsi persiano.

Venero inoltre costruite reti stradali per collegare l’impero, standardizzate la burocrazia e la moneta, e tutta una serie di riforme molto “occidentali“.

A Sparta, nel contempo, chiunque fosse nato debole o menomato sarebbe stato ucciso o schiavizzato. Il film inoltre (ed il suo sequel) raccontano di come gli spartani combattessero per la democrazia di Atene.

Questo è uno dei punti più imprecisi dell’intera trama del film; dopo la vittoria delle Termopili, infatti, Atene venne bruciata e, solo tre anni dopo la battaglia, gli Spartani decisero di non continuare la guerra, lasciando Atene da sola.

In seguito a ciò Atene decise di formare una grandissima alleanza, un vero e proprio impero, alleandosi col resto della Grecia per combattere i Persiani, riuscendo così a sconfiggerli.

Atene stava divenendo così la città più potente della Grecia, e Sparta decise di muovergli guerra. Iniziarono quindi decenni di guerra senza quartiere fra Sparta e Atene. Sparta successivamente si alleò con la Persia, lasciando che questa manipolasse la politica greca per i decenni a seguire.

Ciò che successe nei secoli a seguire fu sorprendente. La Macedonia, guidata da Filippo II e poi da Alessandro Magno, approfittò degli scontri fra le due nazioni per conquistare l’intera Grecia e l’impero persiano (e anche qualcosina di più). In questo processo non solo la cultura greca, ma sopratutto ateniese, venne diffusa in giro per il mondo, ma la cultura persiana venne diffusa nella Grecia.

In questo modo inoltre le idee che consentirono all’impero persiano di conquistare il mondo e mantenerlo a lungo si diffusero presto nel Mediterraneo, arrivando ad influenzare la civiltà romana più di quanto fece Sparta. In effetti, nelle grandi civiltà che si susseguirono, nessuna tradizione spartana venne tramandata.

Davide Leone

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