Come scrivere bene: la rieducazione individuale della scrittura.

Amo tantissimo insegnare ai bambini a scrivere bene. E’ un regalo per me ogni volta che arriva un bambino nuovo, perché so per esperienza, che chi più chi meno, arriva a migliorare completamente la scrittura.

Instaurare una relazione

Progressivamente impara a gestire lo spazio del foglio perché comincia a fare attenzione a cose a cui prima non faceva caso relative, ad esempio, allo spazio grafico del quaderno dove impara a scrivere bene toccando le righine sopra e sotto e che si abitua a non superare.

Impara a regolare la distanza tra una letterina e l’altra e tra una parola e l’altra e dopo un’adeguata preparazione grafo-motoria , la nuova forma delle letterine in corsivo e delle regole semplici che con l’esercizio gli permetteranno di creare con le sue mani istruite bene, una nuova e finalmente bella scrittura.

Si stabilisce tra noi una relazione che diventa sempre più di fiducia e ogni volta che ci si rivede è una gioia passare insieme il nostro tempo tutto concentrato a diventare più abili nella motricità fine. E vi assicuro che un’ora vola! E stanno molto attenti perché sanno che ogni giorno per almeno venti minuti devono ripetere gli esercizi imparati durante il nostro incontro.

La capacità di attenzione nei bambini

A proposito di capacità di attenzione, e parliamo di bambini della scuola Primaria, ci sono bambini che quando arrivano non sono così abili a concentrarsi e svolgere gli esercizi con sufficiente abilità, ma diventano ad ogni incontro sempre più capaci di stare attenti, perché acquistano un’abitudine, in un clima di serenità, con una esperta che si dedica completamente a loro con l’obiettivo comune di diventare capaci a scrivere bene, così come gli altri bambini della loro classe.

Per loro è un ’obiettivo importante.

Non amano sentirsi “diversi”: loro non sanno scrivere in modo che si legga bene quello che c’è scritto, tutto il testo si presenta con tanto disordine, le letterine hanno spesso una forma scorretta, disarmonica e non sono ben collegate, e nonostante la loro, non riconosciuta, buona volontà non riescono a fare di meglio.

A lezione imparano come si fa a fare bene le letterine. E, se vi sembra poco, possono finalmente fare esperienza dell’essere sicuri di sé, orgogliosi di essere “come gli altri” capaci di scrivere bene, lasciando per strada una quantità di emozioni negative legate all’ “io non so fare”.

All’inizio del nuovo percorso, c’è chi saltella mentre fa l’esercizio, chi parla in continuazione, chi è talmente intimorito dalla paura di non esserne capace e teme di sbagliare che non si mette subito in gioco, chi si aspetta di essere sgridato se non svolge bene l’esercizio e che non collabora da subito: può dipendere sia dal temperamento del bambino o dalle esperienze insoddisfacenti che ha fatto, ma dopo qualche incontro i loro atteggiamenti “maturano” e si inseriscono con naturalezza in questo percorso di apprendimento per riaprirsi con fiducia e collaborare con piacere e notevole impegno.

Ad ogni bambino mi sorprendo per le profonde capacità che ha e che molte volte, nasconde a sua insaputa, a insegnanti e genitori.

Un caso concreto di rieducazione alla scrittura

Voglio ricordare Giovanni, 5° Primaria che nei primi due tre incontri diventava rosso in viso, parlava pochissimo e solo per dire “non sono capace”; mi sono resa conto delle sue capacità e della sua intelligenza ma anche che non erano riconosciute in famiglia perché a scuola i risultati non c’erano. La sua paura costante per non sapere scrivere bene, si era estesa in generale alle materie scolastiche che affrontava con eccessiva emotività.

Ho spiegato alla mamma ciò che stava succedendo: era quasi incredula.

Giovanni ha cominciato da me a Marzo ed ora è veramente capace di scrivere bene, ma soprattutto ha acquisito fiducia nelle proprie capacità e quando mi ha portato a far vedere i risultati finali descritti in pagella, era un’altra persona, un ragazzo pronto ad affrontare le scuole Medie con serenità e consapevolezza delle sue capacità.

Cosa posso chiedere di più io dalla vita? Sono Esperienze meravigliose anche per me e che si ripetono costantemente con tutti i bambini che mi arrivano. E’ così, insegnare loro a scrivere bene e ci riescono serenamente senza eccessiva difficoltà ma con l’impegno necessario che diventa messaggio educativo e un ingrediente insostituibile per riuscire a fare bene tutte le cose, serve anche per aiutare i bambini a superare l’eccessiva insicurezza, la scarsa fiducia in se stessi, la paura di non essere apprezzati perché non sanno fare.

Un messaggio per genitori e insegnanti.

Vorrei dirvi che se i vostri bambini hanno una scrittura poco leggibile e disordinata, non sono in grado di migliorarla, nonostante la loro buona volontà, senza l’ aiuto specifico di un esperto rieducatore, che li segua passo per passo attraverso tutte le tappe previste, perchè ormai hanno memorizzato quella traccia grafica non funzionale.

Il Metodo che uso da anni e che reputo eccezionale, è quello della Dott.ssa Venturelli, dalla quale mi sono formata.

Il Metodo tiene conto di vari aspetti e interviene sulla postura del corpo, sulla presa dello strumento grafico e non per ultimo, ma risolutivo, sull’aspetto grafico. Infine è auspicabile iniziare il percorso di rieducazione prima possibile perché il bambino che non scrive bene vive la sua impossibilità con un profondo disagio interiore.

Risponderò con piacere alle vostre eventuali domande.

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Ciao, mi chiamo Maria Pia Tedeschi e sono una Consulente Relazionale del Linguaggio Grafico. Studio la scrittura come espressione naturale delle risorse interiori dell’individuo.

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